Cuori Lievitati è un’organizzazione che accompagna con un approccio educativo differenziato, attraverso l’arte della panificazione, famiglie e individui, nella propria crescita formativa e relazionale.

La proposta prende vita da un’intuizione dei fondatori, Davide Esposito e Roberta Pinelli, avuta dopo il loro matrimonio e con l’esperienza del cammino spirituale che li accompagna tutt’ora.

I: Chiediamo a Davide, come è iniziato tutto?…

D: Ho avuto da sempre una passione per la cultura della Pizza Napoletana ma, la vita matrimoniale ha fatto sì che, ciò che condividevo con gli amici solo per una bella serata insieme, divenisse un autentico dono per il mio prossimo.

I: E tu Roberta come ne sei stata coinvolta?

R: In effetti vivere a Napoli “culla della Pizza D.o.c “; ci accomuna un pò tutti e non posso dire che la pizza non mi piaccia! ma non è da tutti coltivarla come hobby come ha fatto Davide perché da noi la panificazione è un arte impegnativa che costa tempo e sacrificio e lui li ha affrontati entrambi, insieme a una moglie molto paziente…(ride).

D: (ridendo)..Ricordo l’ ansia da risultato dei primi momenti…anche se la pizza la lavoravo con tutti gli accorgimenti per la lievitazione mi prendeva sempre una tensione un pò schizofrenica a causa del forno casalingo e non sapevo se arrabbiarmi di più per il rischio che andasse tutto nel pattume o che gli altri rimanessero delusi per la cottura…insomma una vera “ansia da prestazione” (ride), oggi possiedo 3 forni che arrivano tutti a 550° ( ride).

I: Quindi un vero inizio casareccio possiamo dire!.. e così nel ricordo dei momenti condivisi e a forni via via sempre più adatti, siete riusciti a guardare con luce nuova questo vostro stare con gli altri…

R: Proprio così…il nostro matrimonio, insieme al cammino spirituale ci ha mostrato la possibilità di essere dono per gli altri attraverso ciò che più ci identificava: la nostra passione per la pizza…ma era necessario che maturassero i tempi giusti per poter fare quell’esperienza di vita che ci ha permesso di accogliere la risposta nel nostro cuore.

R: E’ così che inizialmente ci dicevano ma poi cominciarono le telefonate più frequenti anche per un semplice saluto, poi quelle per una condivisione più personale e alla fine ci siamo ritrovati a dover constatare che il nostro concetto di serata tra amici stava prendendo una piega inaspettata…

D: Una magia che mi è sembrata paragonabile a ciò che fa il lievito con la farina…quelle serate facevano crescere a tal punto il nostro livello di serotonina che in ognuno riemergeva quanto di positivo avevamo dentro e i risultati erano palesi nelle vite di ciascuno.

R: Ricordo una volta di una telefonata in cui mi si diceva: “sono riuscita a superare un bisticcio con mio marito…rivedendolo sorridere mi sono accorta che nel pretender troppo si rischia di incupire l’altro al punto da non vederne più la bellezza”; Questa telefonata la ricordo perché fu la goccia che ci spinse a capire che stava succedendo sotto i nostri occhi qualcosa più grande di noi!

I: Ti vedo particolarmente luminosa mentre lo dici ed è difficile non capire che ci fosse veramente qualcosa di più…ma quanto tempo c’è voluto per fare chiarezza riguardo a un possibile progetto per gli altri?

R: Come sempre il tempo necessario di lasciare spazio a Dio nella nostra vita…e per noi la fortuna è stata quella di capirlo dopo quattro anni di matrimonio.

D: Sì, quattro anni ci sono serviti per capire che nel nostro stare insieme agli altri intervenivano molti più fattori di quanti ne fossimo noi stessi consapevoli e tutto ciò che davamo per scontato, come invitare amici nuovi e vecchi insieme o i momenti di partecipazione agli impasti e la gioia che produceva ogni piccolo risultato, era invece il vero “lievito madre” del nostro progetto associativo.

I: Ma come si lega il vostro progetto a essere fermento per la trasmissione della vostra fede?

R: In effetti può sembrare che ciò che ci prema sia la condivisione di una passione o di un bel sentimento di fraternità che ci ha coinvolto…. in realtà ciò che abbiamo capito, dalla risposta alle nostre preghiere, era che se condividevamo un’arte così permeata di valori e tradizioni potevamo anche trasmettere la parte migliore di noi stessi: la gioia di vivere una “vita autentica”…vissuta con la trasparenza delle stesse regole della lievitazione…che se alterate non sanno nascondere gli imbrogli.

I: Ma non sarebbe stato più semplice adoperarsi per dei successi professionali piuttosto che di testimonianza cristiana?

D: Sicuramente!…ma sapevo che non era non era ciò che cercavo…e questo perché il mio cuore l’aveva già catturato in primis il progetto matrimoniale con mia moglie…era lì che ho sempre guardato con alta priorità…a realizzarmi in esso e con lei al mio fianco…ma anche in questo ha contribuito molto il cammino spirituale che mi ha dato di scoprire la giusta direzione e abbandonare le mie solitudini e paturnie con cui inseguivo me stesso e mai mi avrebbero dato la possibilità di conoscere occasioni ben più appaganti di un semplice ritorno professionale.

Ciò che ho capito è che non conta cosa fai o ciò in cui riesci, se lo fai senza trasmettere qualcosa di te. Se non c’è un valore dentro di te che si esprime con te non trasmetti nulla e non fermenta nulla, ma se nel tuo impasto metti il miracolo che ti ha fatto lievitare allora produce frutto non solo nella tua vita ma anche per gli altri e si moltiplica a dismisura…ma è difficile sapere dove e quando i nuovi fermenti attecchiscano…quello lo sa solo Chi ci aiuta ad essere lievito per gli altri da Lassù!

I: Lasciateci un saluto per chi viaggiando in internet si imbatte nel vostro sito…R: Se vi va di scoprire come poter vivere e gustare in pienezza le cose semplici della vita

contattateci perché vi aspettiamo tutti… giovani, adulti e soprattutto famiglie!